Ambientato nella Londra di fine ‘700 e tratto dal romanzo L’homme qui rit (1869) di Victor Hugo, il film di Leni racconta la storia di un piccolo orfano dal volto sfigurato e dal ghigno perenne, Gwynplaine, che vive passando di fiera in fiera insieme al fidato Ursus, a una bambina cieca, Dea, e al cane Homo. La sfortunata compagnia va avanti proponendolo come fenomeno da baraccone finché il ragazzo, cresciuto (Conrad Veidt), non scopre di essere figlio di un aristocratico. Ma in una dura requisitoria contro la nobiltà tenuta alla Camera dei Lord, Gwynphaine rinnega le proprie origini e sceglie di tornare alla sua vita con i fedeli amici di sempre che nel frattempo sono stati messi al bando.
L’uomo che ride è il terzo film americano del regista tedesco Paul Leni, capace di tradurre con grande efficacia, nell’ultimo periodo del cinema muto, il romanticismo di Hugo in un melodramma di ispirazione espressionista. Il finale del film risulta diverso da quello più crudo e fedele al testo di Hugo che Leni avrebbe voluto utilizzare.
Sceneggiatura: J. Grubb Alexander
Fotografia: Gilbert Warrenton
Musica: William Axt, Sam Perry, Erno Rapee
Montaggio: Edward L. Cahn, Maurice Pivar
Scenografia: Charles D. Hall, Thomas F. O’Neill, Joseph C. Wright
Costumi: David Cox, Vera West
Colore: Bianco & Nero
Tratto da: Romanzo "L'Homme qui rit" di Victor Hugo
Produzione: UNIVERSAL PICTURES
Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES
Altri titoli: The Man who laughs, L'homme qui rit
Su gentile concessione dell'Ente dello Spettacolo