Tra le strade di una stracolma e frenetica San Francisco del 1849, tra cercatori d’oro e gioco d’azzardo, una giovane newyorkese sbarca nella nebbia per sposare il più benestante minatore della città. Informata della sua morte, decide di non abbandonare il sogno di diventare ricca e si fa condurre alla sala da gioco Bella Donna, dove Louis Chamalis, l’uomo più potente e crudele di San Francisco, se ne innamora e, pur non sposandola, la assume alla roulette per attirare i minatori e impossessarsi delle loro fortune. Mary non ricambia i sentimenti di Louis, destinati invece ad un giovane minatore, James Carmichael.
Il triangolo amoroso e la rivolta della città all’avido Chamalis diventano quindi il soggetto di un film inizialmente ripudiato da Howard Hawks, il quale però riesce, con una regia curata ed essenziale a consegnarci la sua prima opera western, che segna l’inizio di una produzione di genere più che proficua e presenta già i leitmotiv della sua produzione.
Di particolare importanza i dialoghi, vere e proprie poesie nella quotidianità, che accompagnano un’azione ripresa da angolature naturali, immerse nella nebbia di una onirica San Francisco, immortalata dalla fotografia da nomination all’Oscar di Ray June.
Sceneggiatura: Ben Hecht, Charles MacArthur
Fotografia: Ray June
Musica: Alfred Newman
Montaggio: Edward Curtiss
Altri titoli: Barbary Coast, Ville sans Loi
Colore: Bianco & Nero
Produzione: Samuel Goldwyn Productions